Sito ufficiale del comitato Amici della Civica Orchestra di Fiati del Comune di Milano

Dal 1996 al 2007

Vivimilano - Il Corriere della Sera 23 luglio 1997
Data Pubblicazione: 05-10-2009

Brillano gli ottoni in onore del Sultano
Una rara pagina di Donizetti, dedicata al sovrano di Turchia, apre un doppio concerto della Civica Orchestra di Fiati, in piazzetta Reale e alla Palazzina Liberty

Una rara pagina di Donizetti, dedicata al sovrano di Turchia, apre un doppio concerto della Civica Orchestra di Fiati, in piazzetta Reale e alla Palazzina Liberty.
La Civica Orchestra di fiati di Milano, erede della secolare tradizione bandistica cittadina, vuole offrire il proprio contributo ai festeggiamenti per il bicentenario dalla nascita d'uno dei massimi compositori lombardi: Gaetano Donizetti. L'occasione è data da un interessante concerto a Palazzo Reale, venerdì sera, replicato domenica, nel tardo pomeriggio, alla Palazzina Liberty, sede ufficiale dell'orchestra. Il programma si apre con la Gran Marcia Imperiale scritta dal maestro bergamasco in onore del Sultano di Turchia Abdul-Medjid. Le ragioni di quest'insolita dedica meritano di essere raccontate. La Turchia attorno al 1840 non era più lo spauracchio dei secoli precedenti (quelli, per intendersi, di Maometto II il Conquistatore, cantato da Rossini); non era più neanche la terra mitica di sultani e di harem descritta nel Ratto dal serraglio mozartiano quasi un secolo prima. I nobili turchi avevano abbandonato il gemmato turbante di Selim d'Amelech (quello del "Turco in Italia" rossiniano, anno 1814), per sostituirlo col più comodo fez e gli abiti occidentali. Abdul-Medjid, trentunesimo sultano ottomano, amava l'Occidente, della cui amicizia aveva, oltretutto, bisogno: la musica poteva giocare la sua parte, nel processo di "modernizzazione". Così, volendo costituire una banda di corte, affidò il compito ad un maestro italiano: Giuseppe Donizetti, fratello del più noto Gaetano. Uomo brillante e organizzatore capace, Giuseppe non solo costituì la banda, ma commissionò anche un buon numero di musiche inedite ai maggiori maestri del tempo: primo fra tutti il proprio fratello che, d'altra parte, morto Bellini, ancor giovane Verdi e Rossini in dorata pensione, era il sovrano incontrastato della musica italiana di quel decennio. Così nacque la Gran Marcia Imperiale; e anche il Pas redoublè di Rossini, pure esso parte del corpus di manoscritti raccolti da Giuseppe Donizetti, oggi alla biblioteca nazionale di Ankara (mentre lo Scherzo di Donizetti, trovato nell'archivio della Banda di Foligno, è di attribuzione incerta). I brani vengono presentati dalla Civica Orchestra di Fiati sotto la direzione del perugino Andrea Franceschelli, in versione pressochè originale, visto che la trascrizione (di Townsend) è limitata ad un adattamento dell'organico alla struttura di una banda moderna (aggiungendo, quindi, all'impianto originario il sassofono e gli strumenti ad ancia doppia). Sempre di Donizetti viene eseguita inoltre la Sinfonia del Marin Faliero, trascritta per banda da Savino Acquaviva. Del suo contemporaneo Saverio Mercadante è offerta la Sinfonia Omaggio a Bellini. Con un salto di cent'anni, il programma si sposta poi a Huntingtower, unica opera originale per banda di Ottorino Respighi. Fu composta nel 1932, quando il maestro era esule negli Stati Uniti. Chiudono la serata le Quattro canzoni bergamasche, composte dal giovane bresciano Claudio Mandonico, in omaggio ad una tradizione musicale di cui Donizetti è stato la punta di diamante.

Mario Zanchetti


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