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Curiosità
Aneddoti e curiosità sulla vita della banda

Banda di Roma - Archivio Capitolino
Data Pubblicazione: 07-12-2010

BANDA MUNICIPALE:
“PARTITURE PER IL CORPO MUSICALE CITTADINO”

Introduzione e inventario a cura di Gloria LudovisiArchivio Storico Capitolino

Il Fondo consta di più di 1150 partiture e parti utilizzate dal Corpo Musicale Cittadino o Banda Comunale, manoscritte o a stampa, conservate in uffici di competenza della Ripartizione X Antichità e Belle Arti e depositate presso l’Archivio Storico Capitolino.
La fine della compilazione dell’elenco di versamento delle partiture porta la data 1° novembre 1932, ma già dall’Agosto del 1930 si parla di originali depositati nell’Archivio Storico del Comune.
La Banda Capitolina può considerarsi una derivazione del “Concerto Capitolino”, composto da tromboni e cornette ed istituito, fin da tempi remoti, al servizio dei Conservatori di Roma. Si hanno notizie dei primi interventi della Banda Capitolina già nel 1819 per le feste di carnevale a p.zza del Popolo. Dopo il passaggio come Banda della Guardia Nazionale, successivamente all’Unità d’Italia, diventò, nel novembre del 1871, Banda di Roma, divisa in due sezioni sotto la direzione del Maestro Giuseppe Mililotti che ne fu a capo fino al 1882. Gli successe il Maestro Pezzini che riunì la Banda in un'unica sezione di 68 musicanti. Alla sua morte venne indetto
un concorso pubblico per la direzione del Corpo Musicale del Comune di Roma che si risolse il 27 aprile 1885 con la nomina a Direttore della Banda di Roma del Maestro Alessandro Vessella,Alessandro Vessella personaggio che segnò un passaggio fondamentale per questo genere musicale. I musicanti vennero portati ad 80 e, a causa di questo nuovo assetto, vennero anche introdotti una serie di nuovi strumenti, in aggiunta agli altri canonici utilizzati nelle bande.
Il Vessella rimase alla guida della Banda Municipale fino alla fine del 1924, anno in cui fu collocato a riposo, ma continuò a collaborare come esterno all’Amministrazione, sia in termini onorari e sia per incarichi inerenti le trascrizioni per banda. La novità di importanza epocale che compì il grande Maestro fu appunto riguardante
l’adattamento dei brani. Infatti, considerò gli strumenti musicali in famiglie divise in base al timbro e non più all’altezza del suono, come accaduto fino ad allora. Fu possibile, così, elaborare delle partiture per banda anche dei brani della grande arte musicale, scritti originariamente per pianoforte ed orchestra, dando loro la veste adatta per poter scendere nelle strade e nelle piazze e per poter essere divulgati e resi accessibili al grande
pubblico dei concerti cittadini; lo scopo fu quello di rendere “popolare”, nel vero senso della parola, la musica, la “bella musica”, quella che fino ad allora era stata solamente privilegio per pochi. Infatti, nel suo “Trattato d’Istrumentazione per Banda” il Vessella così spiega la sua rivoluzione: “Scopo della Banda è quello di dilettare ed educare. Destinata com’è, specialmente in Italia a suonare nelle piazze, essa si trova naturalmente a diretto contatto del popolo, e riesce quindi il mezzo adatto a migliorarne il gusto artistico divulgando quei capolavori musicali di ogni tempo e di ogni nazione che possano essere acconciamente ridotti per un complesso di strumenti a fiato”.
Il Fondo delle “Partiture per il Corpo Musicale Cittadino” conservato presso l’Archivio Capitolino è formato da fascicoli, contrassegnati da un numero progressivo, ognuno dei quali contenente partiture e parti, trascritte per banda, di lavori dei maggiori autori di musica del periodo della direzione Vessella e precedenti.
Un grande patrimonio, formato da inni, marce e musica popolare ma da anche da brani di opera e sinfonici, generi fino ad allora riservati ad altre forme di orchestrazione, che rappresenta il frutto tangibile dell’ampliamento di vedute rispetto alle sonorità del periodo e dell’esigenza di arricchimento del repertorio. Il Fondo consiste in più di 110 originali per banda , una cospicua quantità di trascrizioni dei precedenti Maestri del Corpo Musicale Cittadino, Mililotti e Pezzini, e di altri importanti musicisti e trascrittori dell’epoca, come Santinelli, Mariani, Mascetti, Sangiorgi ecc, ma circa la metà dell’intero archivio è rappresentato da lavori del Vessella, la maggior parte adattamenti di opere e musica sinfonica ma anche qualche inedito vero e proprio. Tra le partiture originali scritte da Vessella sono da ricordare la Marcia Trionfale “Campidoglio” e l’Ouverture “Casamicciola” che segnarono il suo esordio alla guida della Banda Comunale nel primo Concerto da lui diretto la sera del 5 luglio 1885 a p.zza Colonna, dove furono eseguiti anche i suoi adattamenti per Banda della Ouverture del “Flauto Magico” di
Mozart e la Marcia del “Tannhauser” di Wagner. Questo nuovo gusto riguardo la scelta dei brani e gli innovativi ed originali criteri di trascrizione, che resero la banda Comunale di Roma il primo esempio in Italia di
formazione regolare di un complesso bandistico “moderno”, inizialmente però crearono non poche perplessità nel pubblico, abituato ad una musica più popolare e casalinga, sebbene fosse esso stesso il soggetto al quale erano destinati i benefici della riforma tecnica ed artistica in corso. Anche la critica manifestò veemente il proprio dissenso; proprio dopo il primo concerto in p.zza Colonna venne pubblicato in “Roma – Antologia” un articolo con toni assai aspri: “ Il Vessella si è fatto vivo domenica sera in p.zza Colonna con un programma
franco-tedesco avvenerista da spiritare i cani. A quanto pare il signor Vessella credeva di starsene coon un piano-forte Erard dinanzi e una zazzera arruffata dietro, nella sala Dante di avveniristica memoria, alla presenza d’un pubblico esotico di grassi nabab e di miss allampanate, e non a p.zza Colonna in mezzo al palco del concerto e davanti a gente avvezza sin’ora a gustare della buona musica casalinga. Se è così abbiamo l’onore di dirli che ha sbagliato strada, e che i Romani, a poco a poco, lo lasceranno solo coi suoi suonatori a strombazzare al vento i
logaritmi dell’algebra musicale”.
Fortunatamente così non fu e la rivoluzione di Vessella oltre che ad essere man mano accettata dal grande pubblico,
contribuì anche a porre la Banda Comunale in un contesto di visibilità internazionale attraverso tourneé all’estero, come quelle in Germania nel 1894, in Inghilterra nel 1903 e in Spagna nel 1921, tutti luoghi dove la Banda Comunale raccolse testimonianze di altissima ammirazione. Viaggi predisposti organizzati e richiesti dal Vessella stesso negli anni precedenti, come risulta già dalla sua lettera al Sindaco di Roma del 5 gennaio 1889 (rip X 1907-1920 b. 117 fasc. 1): . …io riterrei assolutamente necessario che il Comune deliberasse di inviarmi per una ventina di giorni in tre o quattro capitali estere per mettermi in comunicazione coi principali Direttori di bande e proporre loro, come usasi, lo scambio di pezzi musicali ed esaminare anche la musica pubblicata dalle varie Case Editrici scegliendo quella che meglio conviene al nostro concerto specialmente in fatto di marce e ballabili”. Tale fu la unicità del Vessella in questo campo che venne anche nominato titolare al Liceo Musicale di Santa Cecilia dell’unica cattedra in Italia di Composizione e Istrumentazione per Banda; inoltre quando la Regia Accademia di Santa Cecilia decise di istituire a Roma iConcerti
Sinfonici Orchestrali, ne affidò la direzione al Vessella stesso che dal novembre 1905 al maggio 1907 preparò ed organizzò ben 49 rappresentazioni costituite da una variegata scelta di brani, tenute per la maggior parte all’Argentina e poi anche all’Adriano e al Costanzi. Le nuove tecniche artistiche divulgate dal Maestro si estero anche ad altri complessi bandistici, oltre che alla Banda Comunale e lo stesso incrementò anche convegni e concorsi in tema: da ricordare sopratutti il Grande Concorso Bandistico Nazionale del 1922.
Anche dopo il suo collocamento a riposo a dicembre del 1924 il Vessella fu incaricato dall’Amministrazione “al fine di assicurare al Comune un patrimonio musicale di primissimo ordine” di fornire dietro adeguato compenso per altri 5 anni un numero di trascrizioni per un massimo di 12 all’anno, da considerarsi di assoluta proprietà dell’Amministrazione Comunale.


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