Sito ufficiale del comitato Amici della Civica Orchestra di Fiati del Comune di Milano

Dal 1991 al 1995

Il Giorno 13 novembre 1993
Data Pubblicazione: 03-10-2009

BANDA CIVICA - Daverio vuole abolirla, ma i musicisti non ci stanno
Daremo fiato alle trombe
Contestate le cifre sui costi fornite dall'assessore

Immaginiamoli, i 30 musicisti della Banda civica, provare tutte Ie mattine nella bella, di recente restauro, palazzina Liberty.
Ore e ore di lavoro, perchè questi strumentisti sono  dipendenti comunali, e un orario lo devono pur rispettare.
Dunque, provano pezzi su pezzi per tenersi pronti per i concerti. Ma i concerti non arrivano - o, almeno, ne arrivano pochi pochini, sempre meno -, e un beI giorno, invece, arriva al capo banda Vlncenzo  Mininno una Iettera dell'assessore alla Cultura, Philippe Daverio, che annuncia un loro "diverso inserimento nell'organico comunale".
Uno scioglimento, insomma. Il motivo? La necessità di "agire con oculatezza circa le risorse economiche e l'equilibrato impiego di esse.
Il Comune vuole stringere la cinghia, e certo non dev'essergli parso vero adocchiare tromboni e
clarinetti che costano, ha detto II vice sindaco Ieghista Marisa Bedoni, ben 2 miliardi.
Una cifra che ha fatto sobbalzare gli stessi orchestrali. "Siamo in trenta e abbiamo uno stipendio medio, al netto, di 1 milione e 300mila lire - dice uno dei professori (i musicisti della banda sono tutti diplomati al Conservatorio, e tutti hanno dovuto superare un concorso nazionale per far parte del complesso civico, ndr) -.
«Abbiamo calcolato che costiamo al Comune circa 750 milioni, che, sommati ai 560 di stanziamento per gli stagionali, fanno 1 miliardo e 310 milioni: anche noi vorremmo sapere come sono stati utilizzati i rimanenenti 700 milioni».
Il tono è garbato ma fermo. Osserva un altro (chiedono di omettere i nomi, la burocrazia può essere vendicativa): «Dicono di voler risparmiare. Ma siccome devono comunque impiegarci in un altro lavoro a battere a macchina o a pulire i gabinetti, nessun "risparmio" vero si realizzerebbe»,
Che cosa significhi per Milano la Banda civica lo diciamo qui a lato, ma già una precisazione è doverosa: non più di "banda" dobbiamo palrare («Con tutto il rispetto per le bande di paese, noi qualcosa in più lo siamo»), ma di Orchestra fiati del Comune di Milano.
Come difenderanno, i trenta musicisti, la loro orchestra? «Suonando, naturalmente. Ci faremo sentire anche in piazza della Scala».
Parla anche Gabriella Galleani, animatrice del Comitato amici della Banda, che nacque questa estate appunto per «vedere di far meglio lavorare l'orchestra, una delle ultime istituzioni che offrivano gratuitamente qualcosa ai cittadini». Spiega la signora Galleani: «Proprio ora che la palazzina Liberty era finalmente bella e ristrutturata - proprio per ospitare la banda -, ecco la brutta sorpresa. L'amarezza sta anche nel non sapere chi arriverà in quello spazio, e sappiamo che alcune persone già vi si sono affacciate. I musicisti sono mortificati: prendono uno stipendio senza lavorare. Lo sappiamo che in Italia ci sono altri che lo rubano, ma loro vorrebbero, proprio questo: fare il proprio lavoro. Inceve, pare che siano stati letteralmente cancellali dai programmi musicali».
Ma chi dovrebbe far «lavorare» l'Orchestra civica? «L'Uffìcio iniziative musicali - risponde uno
degli orchestrali -  lo dirige Sandro Boccardi, che è promotore dei concerti a San Maurizio.
Se qualche volta ci avesse parlato, avrebbe saputo che anche tra noi ci sono musicisti che conoscono gli strumenti antichi per averli studiati nel Conservatorio nazionale di Ginevra».
E il cronista chiama Boccardi. «Non mi occupo io della banda - dice -, ma il direttore di settore, Alberto Ferrari».
Lei si occupa di musica più alta? «Non alta, diversa». Sandro Boccardi, si deduce, non si è mai occupato deIla Banda civica. Sentiremo il direttore di settore quando sarà tornato dalle ferie.
Ma, intanto, ci chiediamo perchè vogliano sopprimere questo pezzo di Milano.

Piero Lotito

RIQUADRO

100 anni di storia
Nata nel 1876 e ricostituita dopo il fascismo

(P.Lo) L'età deII'Orchestra di fiatl dell Comune di Milano è veneranda. II complesso prende radici dal corpo di musica della Guardia nazionale fondata nel 1859, che poi, sciolta nel 1876 la Guardia, assunse la denominazione, di Corpo di musica municipale.
Quando, col fascismo, il complesso chiuse I battenti, la continuità della tradizlone passò ad alcune formazioni aziendali, tra le quali spiccava quella dell'Azienda tranviaria, fondata nel 1913. La banda si affermò in vari concorsi in Italia e all'estero, e nel 1936, giunse ad un organico di ben 80 elementi.
Dal 1955 a oggi (a ieri, anzi, viste le recenti vicissitudini), l'orchestra ha svolto vere e proprie stagioni sinfoniche, tenendo concerti anche in Conservatorio.
Numerose, spiega un foglietto dell'Ufficio iniziative musicali, sono le attestazioni del «livello qualitativo di un indirizzo programmatico che, accanito al repertorio "tradizionale", esplora con rigore filologico sia la letteratura per fiati del passato che la produzione contemporanea».
Questa, in breve, la storia dell'Orchestra di Fiati del Comune, che, già sotto organico di 30 elementi, ha onorato gli impegni del suo statuto, che prevede un'intensa attività: dai servizi di rappresentanza per le manifestrazioni ufficiali aIla stagione concertistica in sede (Palazzina Liberty), dai concerti estivi nelle piazze ai concerti per le scuole e per le case di riposo.
In una nota, così è scritto «Mentre a Roma esistono e operano le bande musicali dei Carabinieri, della Finanza e dell'Esercito, con una proposta culturale che soddisfa ampiamente i numerosi appassionati di questo genere musicale, è un vero peccato che l'unica struttura di Milano che può competere per prestigio e professionalità con i complessi della capitale non venga utilizzata al meglio delle sue potenzialità».
Una nota superata, forse.


Il Giorno 13 novembre 1993

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