Un nuovo direttore e tante iniziative. Così il complesso cerca il recupero della tradizione

"Torneremo nelle piazze"
E la banda cambia musica

"Stiamo puntando a un rilancio in grande stile di questa formazione bandistica, che e pur sempre fra le più complete e preparate di tutta la Lombardia. E il nostro ruolo deve rimanere sempre quello di diffondere e divulgare il grande repertorio classico-romantico ottocentesco, comprese le musiche di tutta la tradizione del melodramma italiano, da Verdi sino a Puccini e ai veristi".
Chi parla con entusiasino e si infiamma ad esporre i progetti e i programmi per il prossimo futuro é il bresciano Filippo Cuscito, che da qualche mese ricopre la carica di direttore stabile della Civica Banda di Milano, unico maestro risultato idoneo (in un ruolo da troppi anni rimasto scoperto) dopo una durissima selezione a base di esami di strumentazione, di contrappunto e di prove d'orchestra. E del resto Cuscito è un maestro di banda che proviene da studi di direzione d'orchestra, nonché da una discreta attività nel nord d'Italia come direttore di opere e di complessi da camera.
Uno dei problemi più sentiti negli ultimi tempi, però, è stata prorio la scarsa incisività e quasi l'assenza di un complesso come quello del Comune di Milano, dai teatri e dalle piazze della città: nessuna stagione articolata di concerti, poche e rare uscite in pubblico, in occasioni per lo più legate alla sede del Teatro Carcano. Ma d'ora innanzi, almeno dalle intenzioni, la musica dovrebbe cambiare davvero. Essendo la banda musicale un complesso autonomo, legato a tradizioni e a criteri esecutivi partîcolari, e non un'orchestra sinfonica, d'ora in poi sarà la banda a spostarsi volta per volta in tutti i quartieri cittadini, offrendo concerti ed esecuzioni musicali alla cittadinanza.
"Vogliamo innanzitutto essere pipì presenti sulla scena milanese - continua Cuscito - e così per i prossimi concerti abbiamo in programma numerose repliche in giro per la città, zona per zona, nei teatri, nei cinema o in qualsiasi sala disponibile. E poi, in omaggio ad una tradizione secolare, torneremo a far musica nelle piazze e nei cortili, a suorare all'aperto nelle sere d'estate come si faceva nella Milano di una volta. Il battesimo del nuovo corso è avvenuto domenica scorsa e continuerà nelle due domeniche seguenti, quando faremo dei concerti in Piazza della Scala alle 17. Inoltre l'impegno continuerà nei mesi di giugno e di luglio, nell'ambito delle manifestazioni di Musica nei cortili".
Così, una volta risolti (si spera definitivamente) i problemi di completamento dell'organico, da sessanta elementi di oggi si passerà nella prossima stagione alla settantina (con assunzioni tutte regolamentate da un concorso per i soli diplomati dei conservatori), si spera che questa banda suoni per davvero.
Non solo sulle piazze, nei giardini e nelle scuole (dove per il prossimo autunno è prevista una serie di concerti - dimostrazione per gli studenti, ma anche in altre sedi e per altri tipi di pubblico. Perché, ad esempio, non curare anche un aspetto di ricerca e di indagine, togliendo dal dimenticatoio tanto repertorio milanese dei secoli passati, suonando brani per piccolo organico cameristico scritti esclusivamente per complessi bandistici (da Haydn e Mozart sino a Stravinskij e Hindemith), o commissionando opere specifiche a giovani compositori contemporanei?

Luigi di Fronzo

Come musicista stabile della Civica Orchestra di Fiati ricordo con affetto e gratitudine Philippe Daverio come uno dei migliori assessori alla cultura che Milano abbia avuto.
Era il 1993 quando la nuova Giunta Comunale, guidata dal Sindaco Formentini, decise in base ad un criterio di risparmio di bilancio, di chiudere la Civica Orchestra di Fiati.
Questa decisione forse era scaturita anche dal fatto che nei tre anni precedenti, dimessosi il maestro stabile, vincitore di concorso, ci fu una programmazione a singhiozzo che non contribuiva a dare i giusti meriti alla formazione musicale.
Appena fu comunicato ai media che la Banda Civica rischiava la soppressione, vi fu una forte presa di posizione per salvare la “Banda” cittadina da parte della cittadinanza sollecitata dal Comitato per la Civica, che nacque in quel periodo.
Il sindaco e l’Amministrazione decisero di fare una repentina marcia indietro.
Fu proprio Philippe Daverio che volle incontrare una delegazione di musicisti per fare il punto della situazione.  
Dopo l’incontro con i musicisti e l’amministrazione, l’Assessore alla Cultura Daverio programmò un vero rilancio dell'Orchestra supportato dai necessari fondi appositamente stanziati a tale scopo.
In seguito alle indicazioni scaturite da quelle riunioni vennero incaricati il maestro Lorenzo Della Fonte quale Direttore Artistico ed il sig. Luca Perreca quale sovrintendente con funzioni organizzative.Queste due figure dirigenziali erano una novità assoluta: si poteva così disporre delle figure professionali più indicate allo svolgimento di funzioni specifiche dedicate.
I risultati non tardarono ad arrivare: indizione di audizioni per integrare i posti vacanti in Orchestra, programmazione delle prove e dei concerti della prima stagione.
Negli anni della direzione affidata al maestro Della Fonte, vennero proposti programmi comprendenti musica tradizionale, composizioni originali per orchestra di fiati, prime esecuzioni in Italia ed anche assolute.

Durante questi quattro anni  vennero invitati alcuni tra i direttori italiani e stranieri più importanti del panorama dell'orchestra di fiati.
I concerti alla Sala Verdi del Conservatorio registravano sempre il tutto esaurito, addirittura il pubblico si sedeva sui gradini delle salite, i concerti estivi in Piazzetta Reale ed ai Giardini di Porta Venezia erano affollatissimi.
Nel 1996 la Civica Orchestra di fiati fu invitata come prima orchestra italiana in 50 anni, al ''Mid - West international Band and Orchestra Clinic'' di Chicago, prestigiosa rassegna a livello mondiale delle migliori orchestre di fiati.
In tale occasione la Civica fu diretta, oltre che dal maestro Della Fonte, anche dai maestri Johan De Meij e Franco Cesarini.
Dice il Maestro Lorenzo Della Fonte riferendosi a quegli anni di collaborazione con Daverio
“Ho avuto il piacere di discutere con lui molte volte durante quei quattro anni, e anche riguardo la musica per fiati la sua mente era aperta, lucida e rivelatrice.
Capiva benissimo la mia esigenza di musica di qualità, e mai una volta mi ha chiesto di eseguire marce o ballabili, cosa che fece il suo successore, decretando in pratica la fine di quegli anni d’oro.
Naturalmente non ai concerti in Conservatorio o nei teatri: lì una sera in cui, col tutto esaurito, avevamo proposto un brano “difficile” di Karel Husa, Daverio mi ringraziò, commentando soddisfatto: «La banda può fare molto di più dell’orchestra per la musica contemporanea, perché è più vicina al suo pubblico, che la segue con una fedeltà unica, e si lascia educare».”
Purtroppo il cambio di politica nel 1997 registrò un’inversione di tendenza che durò per alcuni anni e poi si programmarono di nuovo concerti in sedi prestigiose quali il cortile di Palazzo Marino (idea di Vittorio Sgarbi che divenne l’Assessore alla cultura per un brevissimo periodo a Milano con il Sindaco Letizia Moratti), il Castello Sforzesco (con l’Assessore Filippo Del Corno) e il concerto annuale al Dal Verme.
È sempre vero che le figure di “Assessore alla cultura” in una grande città come Milano (e forse in qualunque città o cittadina), se occupate da persone colte e preparate danno frutti sicuri di cui ne beneficia la città intera.

Rosangela Bonardi